Continua la discussione sui biocombustibili in sede europea:
Da tempo ormai l'Unione Europea cerca di trovare una posizione ufficiale e condivisa su un tema tuttaltro che semplice: "i biocombustibili sono sostenibili?".
Poiché nulla è sostenibile o insostenibile a priori, l'obiettivo è capire quali tipologie di biocombustibili possano essere sostenibili, quali siano i metodi sostenibili per la loro produzione, e ancora, quanto e come debbano essere incentivati.
Un po' di chiarezza: i biocombustibili sono di vari tipi, si va dalla legna agli olii vegetali, con impieghi che vanno dell'autotrazione alla generazione elettrica. Il problema è come questa biomassa viene ricavata.
Un esempio: la legna è un combustibile rinnovabile, si taglia un bosco, si brucia la legna per ricavare energia e dopo un tot di anni quel bosco ricresce; con un sistema di taglio razionale questa è una risorsa perfettamente rinnovabile e sostenibile. Se invece si taglia più di quanto la natura possa rigenerare si crea un "indebitamento ambientale".
Riguardo gli olii, occorre comprendere quanta energia è necessaria per la loro coltivazione e raccolta rispetto all'energia ottenuta bruciandoli, oltre al necessario impiego di fertilizzanti, diserbanti e pesticidi.
In entrambi i casi occorre poi tenere contro della distanza tra il luogo di produzione ed il luogo di utilizzo (che implica costi energetici per il trasporto).
Un esempio per tutti: qualche anno fa si è fatto un gran parlare di energia da "olio di palma". Si trattava di un biocombustibile ma, di fatto, per far spazio a tali piantagioni, venivano abbattute vaste aree di foresta ed inoltre, vista l'energia necessaria per il trasporto dal Sud Est Asiatico, il "bilancio energetico" non era molto vantaggioso. Alcuni hanno sostenuto che dopo tutto fosse meglio il petrolio.
Il dibattito è ancora aperto.
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