In attesa del referendum sul nucleare, condivido con voi parte di un articolo pubblicato sul numero di marzo-aprile del giornale della SMA (Società Missioni Africane). Il testo è tratto da "Che la luce sia - Areva nel Niger" di Thomas Lazzeri. Parla dello sfruttamento delle miniere d'uranio del Niger ad opera dell'impresa pubblica francese Areva e delle ripercussioni che questo ha sull'ambiente e sulle condizioni di vita della popolazione locale. (Mi sono permessa di correggere solo alcuni errori linguistici sorti probabilmente nella traduzione del testo.)
Credo che l'articolo parli da solo e che ogni ulteriore commento sarebbe superfluo.
Solo una cosa: il 12 e il 13 giugno io non andrò al mare.
REGALO AVVELENATO
Quando l’uranio è stato scoperto nel Niger impoverito negli anni '60, molti hanno pensato che la scoperta avrebbe contribuito allo sviluppo economico e sociale del Paese. Sfortunatamente, si è rivelato un regalo avvelenato. Oggi il Niger, nell’Indice di Sviluppo Umano... delle Nazioni Unite..., è classificato ultimo.
Le miniere d’uranio nel Niger sono sfruttate principalmente dall’impresa pubblica francese Areva, che importa la metà del suo uranio dal Niger... In Francia, più di due lampadine su tre sono illuminate dall’uranio del Niger, mentre la popolazione locale non ha l’accesso all’elettricità...
Nell'aprile 2010, Greenpaece ha pubblicato un rapporto, “Abbandonati nella polvere. L’eredità radioattiva d’AREVA nelle città del deserto nigerino”, denunciando che Areva ha contaminato l’ambiente intorno al sito minerario d’Arlit e d’Akokan, a circa 850 km al Nord di Niamey.
La contaminazione tocca circa 80.000 persone. La radioattività calcolata ad Akokan era 500 volte maggiore della norma. Materiali radioattivi sono stati utilizzati anche per la costruzione delle strade. Alcuni oggetti di consumo di metallo radioattivo sono stati venduti al mercato locale d’Arlit... La gente del luogo utilizza questo materiale per costruire le proprie case. Ad Arlit, Greenpeace ha misurato nell’acqua potabile una concentrazione d’uranio superiore quattro volte il limite raccomandato dall’OMS.
In generale, in più di quant’anni di sfruttamento si sono utilizzati più di 270 miliardi di litri d’acqua nelle miniere, contaminando e prosciugando la falda acquifera di Tarat, fino ad una profondità di 150 metri…La diminuzione della riserva d’acqua ha anche dei forti impatti sociali ed economici, ed essa minaccia particolarmente i pastori nomadi…
L’esposizione alla radioattività può causare dei problemi respiratori, delle malformazioni ai nascituri, la leucemia e il cancro, questo per nominare solo qualche effetto sulla salute.
Ogni giorno che passa, i Nigerini sono esposti alle radiazioni, alla malattia e alla povertà senza avere alcun beneficio, mentre Areva trae miliardi dalle loro risorse naturali. Le rendite d’Areva nel 2008 sono state di 13,1 miliardi d’euro, con un profitto di 589 milioni di euro. Intanto, la Società continua a investire troppo poco denaro per garantire i livelli fondamentali di salute per la popolazione vicino alle miniere d’uranio.
Credo che l'articolo parli da solo e che ogni ulteriore commento sarebbe superfluo.
Solo una cosa: il 12 e il 13 giugno io non andrò al mare.